Gli imballaggi commestibili: un possibile futuro utilizzo nei traslochi

Versare il latte poi mangiare la bottiglia non è molto allettante, ma l’imballaggio alimentare viene propagandato come la tecnologia alimentare del futuro, pensate infatti di quanti pacchi dobbiamo liberarci ogni volta che compriamo qualcosa o effettuiamo un trasloco.

Non tutto è completamente nuovo. Heston Blumenthal ha propagandato per anni una carta da imballaggio appetibile per pacchetti di zuppa. Chi ha mangiato torrone sa benissimo che la sensazione un po’ strana di carta di riso in bocca. Alcune ricerche dell’università di Harvard hanno permesso di creare una membrana commestibile, a base di un polimero biodegradabile edibile che può essere impiegata per contenere liquidi. Al giorno d’oggi esistono involucri idrosolubili già ampiamente utilizzati nel campo dei detersivi. Infatti sono stati sviluppati film abbastanza forti per il packaging  che al contatto con l’acqua si sciolgono.

I potenziali benefici di questi imballaggi per alimenti e oggetti, che possono contenerli e poi magicamente scomparire, sono enormi. Basti pensare che, dagli ultimi dati forniti dal governo inglese sui rifiuti, il cibo, le bevande e i relativi rifiuti ammontano a circa 6,6 milioni di tonnellate all’anno e costano circa 5 miliardi.
Di fatto  la ricerca sta producendo uno sforzo enorme per risolvere il problema. Prima di raggiungere questo obiettivo sarà necessario risolvere il problema della qualità dei cibi, infatti se il nostro filetto viene pescato in una chiazza di petrolio tutti questi sforzi saranno vani.
Comunque l’industria del packaging sta andando sempre più verso queste soluzioni. Anche se  riconoscono una “barriera psicologica”  all’ imballaggio edibile, scatola o involucro che sia, sono in corso ricerche di marketing per eliminare taluni ostacoli.

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