Cannabis legale: qual è il contenuto di THC consentito?
La cannabis legale, ovvero con basso contenuto di THC è resa possibile da una norma del 2016. La libera coltivazione è standardizzata dal seme certificato europeo, questi semi sono gli unici a poter essere coltivati e commercializzati. La legge del 2016 prevede la vendita cannabis legale per tutti quei prodotti a base di canapa con un basso contenuto di Thc (tetraidrocannabinolo, principio attivo che crea l’effetto psicotropo), cioè inferiore allo 0,6%. Per capire la quantità, basti pensare che nei classici “spinelli” (o nella marijuana coltivata dallo Stato per scopi terapeutici) il Thc si aggira tra il 5 e l’8%. Una legge richiesta da più parti, che ha rilanciato la produzione italiana di canapa, con l’effetto collaterale di aprire il varco alla cannabis light legale.
La vendita cannabis legale interessa persone di varie fasce di età, sesso e istruzione; appassionando tutti indistintamente. Bisogna considerare la cannabis come una pianta dalle innumerevoli qualità. I cannabinoidi presenti nella canapa sativa stanno dando dei risultati eclatanti in molte ricerche all’avanguardia nella cura di diverse patologie quali ad esempio: ansia, infiammazioni, inappetenza, epilessia e dolori. Sono state riscontrate anche proprietà benefiche della canapa legale su alcune forme tumorali poiché pare che sia in grado di ridurre le masse cancerose e di bloccare la proliferazione tumorale e le metastasi.
La cannabis light è una pianta dai mille usi dalla quale è possibile ricavare una moltitudine di prodotti come: tisane, olio per cucinare, farina per prodotti da forno, creme per il corpo lenitive, abbigliamento e molto altro. La cannabis light non è quindi destinata a fini prettamente ricreativi, ma ha lo scopo di fornire ad esempio, materie prime per le terapie che molti paesi adottano. Niente sballo, dunque, ma non sono da escludere le risposte individuali alla sostanza legate sia alla persona che alla modalità di assunzione.