Le differenze tra il commercialista del lavoro ed il consulente del lavoro

Differenze tra commercialista del lavoro e consulente 

A volte può sorgere la domanda su quale sia la differenza tra un commercialista del lavoro e un consulente. Tale dubbio è utile, oltre che a comprendere cosa fa nello specifico il professionista, anche al fine di sapere quale scegliere tra i due in vista di un percorso di studi o tirocinio. I compiti su cosa fa un professionista nei due ambiti è sì differente, ma non esclude anche delle sovrapposizioni di ruolo.  

 

Cosa fa un commercialista del lavoro? 

In linea generale, tra i compiti di un commercialista del lavoro si possono rintracciare la gestione della contabilità, la consulenza per aziende in materia fiscale, lo studio della disciplina tributaria, pianificazione dei bilanci. Grazie alla legge n.12 del 1979, l’esercizio della consulenza del lavoro costituisce una delle possibili aree di attività professionale che gli iscritti agli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili possono liberamente intraprendere. La legge infatti dice: “coloro che siano iscritti negli albi degli avvocati e procuratori legali, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali, i quali in tal caso sono tenuti a darne comunicazione agli ispettorati del lavoro delle province nel cui ambito territoriale intendono svolgere gli adempimenti”. Dalla lettera della normativa emerge che il commercialista o l’esperto contabile possano svolgere la mansione di consulente del lavoro e quindi può accadere che i compiti svolti delle due figure si sovrappongano. 

 Cosa fa un consulente del lavoro? 

I compiti affidati a questo professionista attengono alla gestione degli aspetti amministrativi e contabili legati al mondo del lavoro e alla gestione del personale. In particolare,  si occupa delle seguenti attività: 

  • elaborazione buste paga e Uniemens; 
  • calcolo e verifica stipendi e contributi previdenziali ed assistenziali; 
  • gestione degli adempimenti previdenziali e assicurativi; 
  • inquadramento dei dipendenti di un’azienda rispetto al CCNL di riferimento; 
  • consulenza in caso di contenziosi.